giovedì 31 maggio 2012

Questione di feedback

L'altra sera stavamo tornando a Cantù dopo una piacevole serata con amici all'albavilletta. Erica teneva in mano sacchetti vari e cartoni della pizza mentre io impugnavo tutti gli accessori dell'aspirapolvere. L'idea era quella di pulire e riassettare per fare bella figura. Non è servito.
Data la particolarità della struttura, dopo aver acquistato l'albavilletta ci aspettavamo commenti di sdegno, di scherno, di ilarità. E così è stato.
Ci siamo dunque detti: "Caspita, però alcune cose sono davvero spassose!". Detto, fatto.
Vogliamo ora proporre a tutti i nostri lettori un'accuratissima selezione dei feedback e commenti più divertenti, tutti rigorosamente veri.

"Mh, si dai"
"E' così brutta che sembra bella"
"Non facevate prima a rifarla mattone su mattone?"
"Carinaaaa...." (non molto convinta)
"Ma... è piccola!"
"Ma è grandissima!"
"Beh dai, bello che abbiate un posto. Un posto dove stare intendo"
"La nostra casa è un riassunto"
"Io farei così:..."
"Che bello che coshì non shiamo più sholi!"
"Ma ce l'ha la luce sulle scale?"
"E' proprio brutto quello"
"Oddio! Un nido di uccellini!"
"Ma sto gradino?" - "Non è un gradino, è un genkan!"
"E' tutta storta"
"Così perdete la simmetria"
"Ma cos'hanno fatto a 'sta porta?
"Non è umidità quella, vero?"
"La vicina non si vede da 30 anni..."
"Qui non c'è niente a norma"
"Io ce l'ho in mente: la cucina la farei triangolare" (???)
"Cos'è quel cavo?"
"La casa dello zio è tutta rotta!"
"Ma voi... avete intenzione di andarci a vivere?"
"Sono di Cantù, loro"
"Ma si, qui i muri li hanno fatto con cemento e merda"
"Quanti metri quadri è?" - "Metri... quadri?"
"C'è il bagno?"
"Ma sta tremando il pavimento?"
"Cos'hanno fatto al lavandino? L'hanno pulito con una smerigliatrice?"
"Cos'è 'sto'dore?"
"Ma avete messo lo spazzolone sulla libreria?"
"La casa di campagna"
"Ma hanno murato la finestra a metà?"
"Io non mi appoggerei lì"
"Qui manca un pezzo di muro?"
"Lì il muro è vuoto"
"Per venire qui il navigatore è impazzito! L'ho spento e continuava a dare indicazioni sbagliate"
"Ma che cazzo di strada hai fatto?"
"Che figata!"
"Non potevate aspettare?"
"Buttiamo giù tutto"
...




Per fortuna c'è anche chi semplicemente non si fa problemi...



lunedì 14 maggio 2012

"Elementare, Watson"

Qualche giorno fa, mentre uscivamo dall'albavilletta, ci siamo imbattuti in una nostra simpatica vicina la cui età precisa risulta difficile da definire. Dalla particolare dentatura, ma soprattutto dalla sua mancanza, e dall'inequivocabile struttura corporea possiamo stimare di trovarci di fronte ad una paleolitica Venere di Willendorf.
Seduta con fare contemplativo all'imbocco del portico, incrociando i nostri sguardi, la cara signora in un italiano stentato e quanto mai sdentato esclama:

"'iuto, ffa 'a pummarò!"
...

Erica ed io ci guardiamo.
Comprendendo una sorta di richiesta di assistenza ci avviciniamo, cauti.

"Vulisse jutà... passà, ròtto, mannaggi... indù bbastone?"
...

Alla chiara parola "bastone", Erica ed io arrestiamo il passo, temendo all'unisono di essere percossi dai movimenti inconsulti delle braccia della cara signora.
Fortunatamente, comprendiamo in pochi istanti che le mosse sconnesse della signora non sono una minaccia, ma in realtà un tentativo di comunicare attraverso l'antica lingua internazionale dei segni.

"Pummarò! Mannaggi..."
...

A poche decine di centimetri, la signora mi porge un vetusto passa-pomodoro alla luce del quale l'intera situazione acquista un senso: l'aitante vecchietta stava infatti cercando di assemblare le diverse parti dell'attrezzo per confezionare della buonissima pummarola fatta in casa.
Dopo qualche tentativo di comprendere la struttura dell'aggeggio, mi accorgo che la signora stava inutilmente cercando di incastrare una griglia di spremitura esagonale in un inserto circolare imprecando nella lingua degli Antichi.

"Pummarò, mannaggi è ròtt... Uuuuff, mo' che ffacci?"
...

La signora mi guarda:
"Vulisse sedevvi?"
"Per l'amore del cielo, signora, no! Non si alzi, non sappiamo nemmeno dove ha riposto il suo minaccioso bastone! Vede..." tento di spiegarle a gesti scandendo bene ogni sillaba "questo pezzo non va bene qui, è di un altro attrezzo"

...


La signora mi guarda:
"Vulisse sedevvi?"

...

"Signora, vede, mi serve un altro pezzo, ce l'ha?"

Dopo intensi minuti di contrattazione e di gesti ambigui la signora fornisce il pezzo mancante e tutta felice se ne torna alla sua pummarola con il passa-pomodoro perfettamente assemblato.


Qualche tempo dopo torniamo all'albavilletta per ultimare alcuni lavoretti lasciati a metà e notiamo immediatamente qualcosa di insolito: sulla finestra di un appartamentino adiacente a quello della signora sdentata è stato affisso un foglio bianco con scritte nere a caratteri cubitali, accuratamente posto sopra i resti di una piantina di basilico.

...

Non può essere vero!
Ci avviciniamo cauti, incuriositi come due gatti con un sacchetto della spesa.
Il foglio recita:

"LA PROSSIMA VOLTA
CHE VUOI DEL
BASILICO, CHIEDILO!!!

GRAZIE"


Erica ed io ci guardiamo... Chi sarà stato?

...

"Elementare, Watson!"
Siamo indirettamente coinvolti in un evidente caso di basilicidio!

giovedì 10 maggio 2012

La "festa" dei lavoratori


Il primo Maggio è passato da un po’ ormai.
In questo giorno si sta a casa per ricordare un terribile evento di cui si narra di seguito la storia.

Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese:
"Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi". Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue.

Erica ed io, da solerti lavoratori, ci siamo detti: “Quale modo migliore di passare il primo Maggio se non spaccandoci la schiena a sistemare l’albavilletta?”.
Detto fatto ci ritroviamo tra le quattro, storte mura della nostra casa dopo una gustosa colazione e cominciamo a suddividerci i compiti.
Di seguito una lista esplicativa.

Compiti di Erica:
1. incollare la carta adesiva sul fondo dei cassetti
2. studiare

Compiti di Mauro:
1. Attaccare l’insegna di benvenuto sulla porta d’ingresso
2. Sistemare la luce esterna, forando la parete, effettuando i collegamenti dei cavi elettrici e montando la plafoniera
3. Ritagliare in misura le piastrelle adesive, stendere la colla e posarle
4. Stuccare le fughe tra le piastrelle e gli angoli della parete
5. Disegnare e ritagliare la carta adesiva che Erica avrebbe poi dovuto incollare nei cassetti
6. Cucinare
7. Varie ed eventuali

Ma si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il” e i compiti assegnati sono stati leggermente rivisti.


Sogni d'oro...

Mi astengo dal commentare...
Per sfruttare appieno la giornata abbiamo deciso di pranzare in loco pur non avendo ancora una cucina. I nostri spiriti da campeggiatori non si sono fatti intimorire dalla mancanza di un piano cottura, anzi, hanno visto nell’assenza di elettrodomestici la possibilità di rispolverare l’attrezzatura da campeggio.
E così in poco tempo abbiamo allestito un campo base con tanto di fornello, sgabelli e gavetta per due persone.
Il menù ha previsto:

-       - risotto allo zafferano con crescenza
-       - spezzatino con funghi e patate
-       - torta della nonna
-       - frutta di stagione

Ma ancora una volta, tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il”. Abbiamo infatti scoperto a nostre spese che i fiammiferi portati per l’occasione avevano subìto un irreversibile processo di umidificazione che ne rendeva impossibile l’accensione.


Nemmeno il coltellino di McGyver ha potuto risolvere la situzione

Dopo aver provato inutilmente a far scoccare la scintilla dell’amore tra lo zolfo e varie superfici, ci siamo dovuti arrendere agli impazienti morsi della fame e farci una bella sfacchinata al più vicino tabacchino per acquistare un accendino.
Vorrei ricordare che era il primo Maggio, la festa dei lavoratori, e in genere la gente se ne sta a casa con i loro impianti a gas…



Tra un’imprecazione e l’altra riusciamo finalmente a preparare la pappa.
Dovete sapere che il cibo da campeggiatore è particolarmente buono non solo perché lo prepari da te, ma anche perché lo fai in condizioni di semplicità totale, con lo stretto indispensabile, adattando quello che hai senza sprecare nulla. Riscopri il contatto con la natura, il potere degli elementi, tutti i sapori e gli odori si amplificano e, soprattutto, è estremamente rilassante…




Anche dentro una casa, direte voi? Si, anche dentro una casa.
Provare per credere!

mercoledì 2 maggio 2012

La boss delle torte...


Ci sono persone che ti ammirano, altre che ti snobbano.
Ci sono persone che ti rispettano, altre che ti denigrano.
Ci sono persone che vorrebbero essere come te, altre che vorrebbero esserlo solo per potersi suicidare.
Ci sono persone che semplicemente ti amano.

Una che rientra in quest’ultima categoria (le mie preferite) è la favolosa madre di L’aura, una nostra cara amica.
Dovete sapere che la mamma di L’aura è una donna dall’enorme potenziale culinario, capace di deliziare e convincere chiunque con gustosissime e prelibatissime leccornie.
Nella fattispecie la mamma di L’aura sforna dolci.
Non semplici dolci, dolcissimi.
Ad ogni ricorrenza, non c’è torta che tenga! La mamma di L’aura ti fa consegnare –si, perché lei opera nell’ombra, non si fa mai vedere, vive nell’anonimato- un portentoso dolce personalizzato.

Tutto cominciò per caso, durante l’allestimento di uno spettacolo itinerante per le strade di Como (se avete voglia, dopo aver letto qui andate su www.onguf.it). Terminata la faticata, organizzammo una cena per festeggiare la buona riuscita delle quattro repliche. Sul finire delle portate, L’aura intima agli scagnozzi della madre di portare la “cosa”…
Nel giro di pochi istanti ecco giungere al nostro cospetto un losco figuro, imbavagliato, dai lineamenti indefiniti, recante una tipica confezione da pasticceria.
Subito aperta, ecco cosa si palesò ai nostri occhi:


Io sono il pupazzetto sulla destra



Magno cum gaudio! Soprattutto “magno”! Pancia mia fatti capanna, e chi più ne ha più ne metta! Una torta bella e buona!

Ma da quali mani nasceva questa meraviglia?
Noi tutti avevamo iniziato a sospettare qualcosa quando L’aura, durante un pranzo collettivo in una giornata full immersion di prove, estrasse dalla borsa un contenitore di plastica pieno zeppo di mandarini perfettamente sbucciati e depilati affermando con terrore:
“Vi prego, finiteli, perché se li riporto a casa mia madre si arrabbia che non li ho offerti a tutti!”.

Questa fu la reazione generale.

Da allora la riconoscenza per questa santa cuoca è salita alle stelle: lasagne, polli, patate, paste fredde e calde, arrosti, bibite lisce o gassate, gustosi manicaretti di ogni genere.
Nessuno di noi ha ancora compreso cosa la spinge a lottare contro la fame nel mondo. Forse una missione di vita? Forse volontariato? Forse follia?
Domande prive di risposta…
Fatto sta che, come si diceva poco fa, ogni occasione è buona per produrre un dolce storico. Eccone una dimostrazione:

Compleanno Erica 28/03/12


Laurea Mauro 15/12/11



E mancano le foto di una pastiera, di una torta mimosa, di svariati spumoni al mandarino…


Ma cosa c’entra la mamma di L’aura con l’Albavilletta?
C’entra che settimana scorsa la cara L’aura è giunta in visita all’albavilletta, per ammirarne il fascino rustico e maledetto. Si è presentata con una confezione di pasticcini, insolitamente piccola visti i manicaretti che è solita consegnare.
“Ne ho presi solo sei”
“Ma no L’aura, non dovevi!”
*si che dovevi!*
“Taci va’, che quando mia madre ha saputo che venivo a vedere la vostra casa mi ha fatto un cazziatone perché non faceva in tempo a preparavi una torta!”.

Questa fu la reazione generale

A titolo informativo ecco le foto dei “pasticc-ini”:


Per la serie: in un monolocale sembra tutto più grande


Decisamente quella donna ha un debole per Erica e me, devo ammettere soprattutto per me. Sappiate solo che ogni volta che una torta viene consegnata, la prima domanda che la mamma di L’aura pone alla figlia è: “E’ piaciuta la torta a Mauro?”

E noi (e io) non possiamo che essere riconoscenti per tanta gratuita gentilezza, consapevoli che per gli anni a venire la nostra monocasina non sarà mai priva di buone torte.



Ps.
Prima di uscire, L’aura:
“Mia madre mi ha chiesto quali sono i colori della vostra casa”

Questa fu la reazione generale

Dio solo sa cosa trama quella donna….