Accantonata l'idea della caldaia, la sistemazione dell'impianto elettrico rappresentava l'intervento più consistente ed urgente da portare a termine.
La fortuna di avere un fratello "ciappinaro" (dal bolognese "tuttofare") e appassionato di lavori manuali, ha dato una bella spinta al processo di aggiornamento dell'Albavilletta alla versione 2.0.
Il primo sopralluogo ha fatto emergere diverse peculiarità dell'impianto originale: circuiti non bilanciati, assenza di elementi di protezione, messa a terra inesistente, cavi inadeguati, etc. etc.
Dopo aver stretto le natiche per evitare di svenire (funziona anche con i giramenti di testa quando ci si alza in fretta dal divano, provate!), l'ingegnoso fratello ci ha chiesto di consegnargli una piantina del monolocale indicando la posizione delle prese e dei punti luce esistenti e di quelli da installare.
Detto, fatto:
Abbiamo dunque acquistato:
- mascherine in plastica bianca della Vimar, classiche, ma di nostro gusto
- un cospicuo numero di interruttori e prese, Schuko e bipasso
- decine e decine di metri di cavo
- Interruttori differenziali e magnetotermici
- inserti da muro per eventuali prese da aggiungere (poi non installate)
Peggio di un'operazione a cuore aperto... |
Staccate le vecchie prese, si è passati all'inserimento dei nuovi cavi di sezione adeguata al fine di bilanciare correttamente il flusso di corrente all'interno dell'impianto. Questa parte è stata piuttosto faticosa, in quanto le canaline si sono rivelate molto piccole per la mole di cavi da tirare. Grazie alle apposite sonde siamo tuttavia riusciti a ricamare all'interno dei muri dell'Albavilletta l'ordito necessario per alimentare le nostre affamatissime utenze.
Anche la zia Erica si è cimentata nella fase di tiraggio, convinta di avere a che fare con del vellutato sartiame, forse sognando di sfrecciare tra le onde di chissà quale inesplorato mare.
Nello breve sforzo tutto quello che ha rimediato è stato un anomalo rigonfiamento sul dorso della mano sinistra, all'altezza del terzo metacarpale…
Classico abbigliamento da lavoro: zatteroni in sughero e camicia hawaiana. Per non parlare della postura ineccepibile per tirare un cavo. |
Credeva forse di giocare al tiro alla fune? Bah...
Con il sillogismo "Donna, sedere. Uomo, lavorare", la zia è stata allontanata e messa a pulire come Madre Natura ha stabilito.
Completato il lavoro, le tenere mascherine sono state riavvitate e sacralmente ammirate.
L'intervento è stato concluso in una seconda giornata dal solitario fratello (essendo noi bellamente in vacanza a Ferrara, degustando i tipici cappellacci alla zucca), il quale si è prodigato tanto per rendere l'Albavilletta sicura e a prova di fulmine.
Speriamo abbia fatto un buon lavoro, dal momento che sono state rinvenute lattine di birra in giro per la casa...
Alla visita successiva, Erica ed io abbiamo deciso di testare l'impianto facendo appello al più grande supereroe di sempre.
"Sia fatta la luce" esclamammo all'unisono.
...
...
...
E luce fu.
Yeah.
Alla visita successiva, Erica ed io abbiamo deciso di testare l'impianto facendo appello al più grande supereroe di sempre.
"Sia fatta la luce" esclamammo all'unisono.
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E luce fu.
Yeah.