venerdì 24 agosto 2012

"Sunrise Manor" o "La Magione del sole nascente"


Accantonata l'idea della caldaia, la sistemazione dell'impianto elettrico rappresentava l'intervento più consistente ed urgente da portare a termine.
La fortuna di avere un fratello "ciappinaro" (dal bolognese "tuttofare") e appassionato di lavori manuali, ha dato una bella spinta al processo di aggiornamento dell'Albavilletta alla versione 2.0.

Il primo sopralluogo ha fatto emergere diverse peculiarità dell'impianto originale: circuiti non bilanciati, assenza di elementi di protezione, messa a terra inesistente, cavi inadeguati, etc. etc.

Dopo aver stretto le natiche per evitare di svenire (funziona anche con i giramenti di testa quando ci si alza in fretta dal divano, provate!), l'ingegnoso fratello ci ha chiesto di consegnargli una piantina del monolocale indicando la posizione delle prese e dei punti luce esistenti e di quelli da installare.
Detto, fatto:



Abbiamo dunque acquistato:
- mascherine in plastica bianca della Vimar, classiche, ma di nostro gusto
- un cospicuo numero di interruttori e prese, Schuko e bipasso
- decine e decine di metri di cavo
- Interruttori differenziali e magnetotermici
- inserti da muro per eventuali prese da aggiungere (poi non installate)

Peggio di un'operazione a cuore aperto...
La prima fase dei lavori si è concretizzata nell'asportazione delle vetuste mascherine metalliche, le quali, pur facendo molto anni '60, davano un vero tocco horror all'insieme.
Staccate le vecchie prese, si è passati all'inserimento dei nuovi cavi di sezione adeguata al fine di bilanciare correttamente il flusso di corrente all'interno dell'impianto. Questa parte è stata piuttosto faticosa, in quanto le canaline si sono rivelate molto piccole per la mole di cavi da tirare. Grazie alle apposite sonde siamo tuttavia riusciti a ricamare all'interno dei muri dell'Albavilletta l'ordito necessario per alimentare le nostre affamatissime utenze.
Anche la zia Erica si è cimentata nella fase di tiraggio, convinta di avere a che fare con del vellutato sartiame, forse sognando di sfrecciare tra le onde di chissà quale inesplorato mare.
Nello breve sforzo tutto quello che ha rimediato è stato un anomalo rigonfiamento sul dorso della mano sinistra, all'altezza del terzo metacarpale…

Classico abbigliamento da lavoro: zatteroni in sughero e camicia hawaiana.
Per non parlare della postura ineccepibile per tirare un cavo.

Credeva forse di giocare al tiro alla fune? Bah...
Con il sillogismo "Donna, sedere. Uomo, lavorare", la zia è stata allontanata e messa a pulire come Madre Natura ha stabilito.

Completato il lavoro, le tenere mascherine sono state riavvitate e sacralmente ammirate.

Foro provvisorio per prendere meglio la scossa

L'intervento è stato concluso in una seconda giornata dal solitario fratello (essendo noi bellamente in vacanza a Ferrara, degustando i tipici cappellacci alla zucca), il quale si è prodigato tanto per rendere l'Albavilletta sicura e a prova di fulmine.

Classico film d'azione: "filo blu o filo marrone?"

Speriamo abbia fatto un buon lavoro, dal momento che sono state rinvenute lattine di birra in giro per la casa...



Alla visita successiva, Erica ed io abbiamo deciso di testare l'impianto facendo appello al più grande supereroe di sempre.

"Sia fatta la luce" esclamammo all'unisono.
...
...
...
E luce fu.

Yeah.


martedì 14 agosto 2012

Battiscopa fantasma


Nel momento stesso in cui abbiamo messo piede nell'Albavilletta, uno dei primi pensieri è stato "Via quei battiscopa!". L'esternazione non è stato frutto di un mero vezzo estetico, ma di una reale necessità: ad ogni passo c'erano almeno due "stonck" di pezzi che si staccavano facendoci pensare ad un curioso caso di Poltergeist.
Fortunatamente ci siamo potuti risparmiare ulteriori spese per l'esorcista semplicemente staccando con forza i vetusti battiscopa che infestavano le mura di casa. Dal momento che le mura della monocasina sono non solo storte, ma anche convesse o concave nelle più svariate direzioni, la nota divertente è che i battiscopa erano praticamente attaccati solo alle estremità.
Un raro esempio di connubbio tra utilità ed estetica…

Tolti i battiscopa ci siamo chiesti "E mo'?"
"Ne mettiamo di nuovi?" suggerì una voce lontana "ve li regalo io!"
"NO, grazie!"
Allora che fare?
La risposta era lì, invisibile, davanti ai nostri occhi. Come dice sempre Gerry Scotti a Chi vuol essere milionario, "la risposta è già nella domanda": la casa è vecchia, lo stile pure, cerchiamo di rispettarlo. Dipingiamo i battiscopa!
Detto fatto! Dopo l'imbiancata, il passo successivo è stato portare alla luce i battiscopa fantasma!
Innanzitutto è stato necessario stuccare i buchi lasciati dai chiodi dei precedenti zoccolini ed i solchi dovuti al distacco dell'inutile colla usata per farli stare al loro posto.
Dopodiché, abbiamo scelto l'altezza alla quale pitturare i battiscopa in modo tale da coprire i segni lasciati da quelli precedenti. Per aiutarci, abbiamo segnato sul muro dei riferimenti a distanza regolare, sulla base dei quali abbiamo successivamente provveduto a tirare lo scotch.
Se avete dei muri perfettamente in squadra sarà un gioco da ragazzi. Se invece avete un'Albavilletta, beh… buona fortuna!




Una volta che avete protetto anche i vari profili, potete cominciare a pittare. Io ho utilizzato uno smalto a base d'acqua: una volta asciutto rimane lucido e fornisce un'adeguata protezione contro le scope battenti (non a caso si chiamano battiscopa!) e le involontarie pedate.
L'unico accorgimento, scoperto a mie spese, consiste nel togliere lo scotch non appena avete finito di pitturare un tratto.
In caso contrario, il rischio è che parte dello smalto venga via come una sottile pellicola. Dunque, cercate di fare bene tutto con la prima mano.
Nel caso di piccoli ritocchi c'è sempre tempo.
Anche questo l'ho scoperto a mie spese… Credo di aver dato fondo al mio intero repertorio di Moana Pozzi per riuscire ad assumere posizioni adeguate alla realizzazione dell'opera.

Al grido di "Albavilletta dammi la forza" sono sopravvissuto

Ma per i preziosi 30mq questo ed altro!

Al termine della prima mano


Nel prossimo post: cortocircuitiamo l'Albavilletta!

giovedì 9 agosto 2012

Che più bianco non si può!

Come in ogni buon progetto di ristrutturazione, è bene cominciare con delle opere di manutenzione ordinaria. Dopo aver valutato interventi murari, divisioni in stanze (!!!), controsoffittature, cartongessi, soppalchi e altri simpatici interventi ci siamo detti: "Cosa c'è di meglio di una bella rinfrescata a muri, soffitti e pareti varie?".
Ecco, è meglio...

E così, per cominciare, il buon Mastro Geppetto si è recato al Brico locale per acquistare il nécessaire del buon imbianchino improvvisato: rulli, bastone estensibile, secchio con sgocciolatoio, pennellone marca Cinghiale, vaschetta, teli protettivi, thè alla pesca e, per concludere, un bel bidone di pittura bianca traspirante pre-diluita da scansafatiche (perchè l'imbianchino improvvisato non ha voglia di imbiancare, è un dato di fatto).
Per il delicato intervento ho richiesto la consulenza dal buon Fì, compagno di mille avventure improvvisato aitante garzone per l'occasione.

Si nota come subito abbia preso seriamente il progetto

Arrivati in loco ci siamo messi subito all'opera.
Abbiamo innanzitutto ammassato tutto l'arredo nel centro dell'Albavilletta come dei campioni di tetris per poi stendere i teli protettivi sul pavimento. Abbiamo protetto con lo scotch tutti i bordi sensibili e ci siamo organizzati per cominciare. Come il manuale dell'imbianchino improvvisato suggerisce, siamo partiti dalla parete meno illuminata per avvicinarci infine alla zona finestre.
Io ho imbracciato il rullo più grande con bastone estensibile, mentre il buon Fì è stato equipaggiato con il rullo da 10 cm, con il quale imbiancare l'ingressino.
Mi preme sottolineare che nessuno dei due ha nulla da dimostrare...

10 punti cioccolata a chi trova l'intruso...

Tra un grande W disegnata con la vernice e l'altra (come indicato nel manuale), la mattinata vola e alle 12.15 ora locale abbiamo imbiancato ben poco: ingressino e paretina corta...
Accidenti! Siamo in ritardo sulla tabella di marcia!
Ma quel ch'è fatto è fatto.

Congedo il buon Fì e dopo il tradizionale lauto pasto dominicale, torno in pompa magna ad Albavilla deciso a compiere un'opera di devastazione pura. Dal momento che abbiamo scelto di svincolarci dal gas, i tubi all'interno dell'Albavilletta si sono rivelati piuttosto "inutili" e dunque da estirpare.
Di seguito una sequenza di scatti che testimonia la levatura dell'intervento...

Atmosfera rovente ad Albavilla

"Cava! Povta uno stvaccetto!"

Niente più tubi!

Terminata la cementazione delle aperture dei tubi, giungono i miei genitori per valutare lo stato dei lavori. Appena entrata, mia madre esclama:
"Beh, ti è venuta bene, è tutto bianco!"
"Grazie mamma" rispondo io con tono sardonico "tenendo conto che praticamente non ho ancora imbiancato..."


Ma si sa, la mamma è sempre la mamma.




Vi aspettiamo per il prossimo post: "battiscopa fantasma..."

giovedì 2 agosto 2012

Comincia la ricostruzione!

Prosegue, seppur più lentamente, la nostra rivoluzione albavillettiana.

In un'assolata domenica di fine luglio ci siamo recati al lago del Segrino per una tranquilla giornata lacustre. Tra scherzi, battute e qualche birra, nel pomeriggio Erica ed io torniamo all'Albavilletta con il preciso intento di cementare qua e là e di chiudere finalmente il discorso muretto.
Mentre comunichiamo ai compari i nostri programmi per il resto della giornata, si erge fra tutti la voce tonale di una nostra cara amica di origine rumene. La donzella, che per mantenere l'anonimato chiameremo Mari Lena, esclama:
"Io no mai vista Albavilletta! Portare me?"
"Va bene Mari Lena, vieni pure. Ma sappi che chi passa all'Albavilletta deve lavorare!"
"DA!"

Dopo una capatina al centro commerciale di Erba per recuperare del cemento a presa rapida, una cazzuola, una spatolina e, soprattutto, del cibo, accompagniamo Mari Lena nel tradizionale tour mano nella mano della casa.
Subito si perde in gridolini di gioia e felicità:
"Ce frumos! Sunt atât de emoţionată!"
Erica ed io ci guardiamo e la lasciamo fare, pronti a sfruttare l'entusiasmo della ragazza per i nostri biechi scopi.

"Mari Lena" le diciamo "Ecco un secchio, dei guanti, un po' di detersivo e dell'acqua. Ora, pulisci!"
Ci guarda un po' perplessa, vedendosi frenare l'entusiasmo con una richiesta quasi perentoria. Ma subito i suoi occhi si addolciscono ed esclama con un sorriso:
"DA!"

La osserviamo organizzare mentalmente un piano di pulizia mentre subito si lancia sulle macchie e sugli aloni. Questo è ciò che la nostra fotocamera ha ripreso...

La sexy donna delle pulizie non teme di precipitare

Basiti e stupiti dalle doti atletiche della nostra colf personale, ci dedichiamo alle nostre mansioni della giornata. Si riporta qui una sequenza di foto esplicative che testimoniano i differenti gradi di impegno...








Alla fine però, nonostante gli "aiuti", il risultato è soddisfacente. Manca solo un po' di stucco, un po' di impregnante e qualche piallatina...



Vi anticipiamo già da ora che con i prossimi post si entrerà nel vivo del processo di lifting della nostra casetta, per cui... continuate a bazzicare da queste parti!