All'Albavilletta piace cambiare.
E non solo perchè nel giro di pochi mesi ha stravolto le nostre idee d'arredamento.
Non solo perchè ogni volta sembra un poco più grande.
Non solo perchè ti costringe a rivalutare il concetto di spazio e tempo.
Non solo.
Eccovene un esempio.
Forse non tutti sanno che mi piace strimpellare la chitarra. Ecco, ora lo sapete. Non tutti sanno nemmeno che suono in un gruppo. Ora sapete anche questo (a proposito, suoneremo il 15 luglio a Gravedona al Wine fashion cafè ed il 28 luglio in piazza Garibaldi a Cantù).
Fatto sta che in un assolato pomeriggio di fine giugno, la nostra banda di suonatori si è trovata a chiedersi dove mai potesse suonare. Pensa che ti ripensa, salta fuori Erica che esclama:
"Ma suona a casa tua no?"
"Casa mia? Ma non c'è spazio e poi ci sono i mie... ahhh, la MIA casa, la NOSTRA casa!"
Così tutti a suonare all'Albavilletta!
Organizzata la carovana, dopo diverse avventure fatte di auto lasciate aperte, ritrovi in parcheggi diversi e canonici ritardi agli appuntamenti, giungiamo finalmente alla sala prove improvvisata.
Subito si pone il problema di come trasportare la mastodontica tastiera della nostra eccezziunale pianista. Sappiate che tale tastiera eguaglia facilmente la diagonale del monolocale.
"Ok, io spingo e tu tiri!"
"Si, ma al 3 o al 3-mh?"
"Ma che dici?"
"La coordinazione è importante, si rischiano strappi alla schie..."
"...pensa a tirareeeeeissa!"
Niente *strap* per fortuna.
Dopo un obbligato saluto alla signora di guardia con più gengive che altro, una curiosa forma di sorveglianza intimidatrice, recuperiamo il resto dell'attrezzatura e ci posizioniamo nel locale.
Dire che eravamo comodi sarebbe un eufemismo, ma l'Albavilletta ama cambiare.
Comincia la danza: sposta un tavolo, sposta il divano, estrai una sedia, scolpisci i cuscini, sistema i bicchieri ed ecco che la monocasina subito si trasforma in una perfetta sala prove!
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Secondo recenti studi, stare stretti favorisce la creatività |
Ovviamente mentre c'è chi suona e si impegna in nobili arti, c'è anche chi perde tempo in attività palesemente inutili...
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Un qualche tipo di legge statistica |
Terminata la produttiva sessione di prove, il percorso è tutto al contrario.
Risistema i bicchieri, ridai forma ai cuscini, rimetti a posto la sedia, riposiziona il divano, ricolloca il tavolo e in un attimo tutto torna al suo posto.
Riportiamo la chilometrica tastiera nel suo alloggio ricavato faticosamente nel baule, quand'ecco sbucare curioso da dietro una finestra il nostro simpatico vicino.
"Amore, amore, era Mario che suonava!"
"Mauro, gliel'avevo già detto..."
"Si si, Mauro... A ma c'era anche una tastiera? Non l'avevo mica sentita..."
A titolo conoscitivo, la tastiera era dotata di un amplificatore da 50 Watt.
Io suonavo una chitarra classica.
Gente che non si pulisce le orecchie, quella di Albavilla.